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Comunicato (18.11.2022)

18/11/2022 11:37:00

Addetto Stampa

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Comunicato (18.11.2022)

A Cefalù arriva Tosca con i suoi ‘Appunti musicali dal mondo’

COMUNICATO

Cefalù, 18 novembre 2022

 

A Cefalù arriva Tosca con i suoi ‘Appunti musicali dal mondo’

Il 9 dicembre, nell'ambito de La Via dei Presepi, arriva a Cefalù Tosca con un vero e proprio viaggio musicale in giro per il mondo

 

 

Venerdì 9 dicembre 2022, nell'ambito dell'Iniziativa La Via dei Presepi, organizzata dalla Diocesi di Cefalù e dalla Cooperativa Sociale Il Segno, con il contributo del Comune di Cefalù e la collaborazione della Proloco della cittadina normanna, fa tappa in Basilica Cattedrale a Cefalù (PA) Tosca con i suoi Appunti musicali dal mondo.

Si tratta di un vero e proprio viaggio musicale in giro per il mondo, uno spettacolo di suoni e parole, poetico e vibrante, quasi un “racconto in musica” anche grazie al sapiente utilizzo di lingue molto lontane fra loro, che passa da un fado portoghese a una melodia giapponese, da un canto sciamano a un tradizionale dei matrimoni Yiddish, da una ballata zingara fino ad approdare alle sponde italiane della musica d’autore e popolare, con uno straordinario omaggio alla canzone romana.

Un luogo di spiritualità dalla bellezza unica, ospita per una sera la voce inconfondibile e l'arte unica di Tosca, cantante, artista eclettica, ricercatrice musicale e sperimentatrice che torna sul palco per raccontarsi in un concerto-evento. Appunti Musicali dal Mondo: confini e sconfini del suono della voce: un progetto che mette il punto e ripercorre le tappe più significative del suo cammino artistico tra sperimentazioni, ricerca e nuovi arrangiamenti e che per la prima volta riunisce alcuni grandi artisti, nonché suoi eccezionali compagni nelle tappe fondamentali del suo viaggio musicale.

Pezzi rari e melodie introvabili, contaminazioni con altre culture intrecciate alle nostre radici, in una serata che per l’occasione abbraccerà anche canti del Natale dal mondo insieme a grandi classici della tradizione italiana e canzoni dal suo repertorio come Il suono della voce, brano scritto da Ivano Fossati che dà il titolo al suo ultimo album in studio.

Il tutto legato da un percorso drammaturgico attraverso le parole di grandi poeti del mondo, creato per l’occasione dal regista Massimo Venturiello.

“Parafrasando Pessoa – afferma Tosca - ‘in un momento di sbandamento politico e sociale la musica del popolo ti protegge perché ti fa appartenere, se vuoi’. La mia non è una ricerca filologica, ma una ricerca per affinità artistica dove potevo affondare anche le mie radici. È un’avventura nelle molte anime della canzone. Ho scelto brani tra i viaggi che abitualmente faccio due o tre volte all’anno e quelli virtuali che ho compiuto in quasi venti anni di teatro e canzone. Mi sono fatta guidare dall’istinto, dalla bellezza delle canzoni che trovavo e che portavo via con me”.

Attenta, appassionata e rigorosa, capace di trovare il giusto equilibrio tra audacia e misura, intensità

interpretativa e genuina teatralità, nel tempo Tosca ha dimostrato di essere sempre meno prevedibile e in costante evoluzione. La nobile arte della canzone colta va curata, trattata e custodita, come fossero gioielli di famiglia – dice. E nella sua carriera vissuta tra concerti, teatro e collaborazioni illustri tra cui Ron, Dalla, Buarque, Zero, Morricone, l’artista è rimasta sempre fedele a se stessa; ha forgiato canzoni, lavorando sulla ricerca e sulle emozioni, cercando di trasmettere quel qualcosa in più che solo la musica sa dare.

Un corredo di esperienze disparate, da cui Tosca è riuscita a trarre stimoli sempre nuovi, e che l’hanno resa indiscutibilmente una delle personalità più prismatiche della canzone d’autore italiana, capace di dare vita a differenti “vite artistiche”. Ultima in ordine di tempo, quella di Officina delle arti Pier Paolo Pasolini, innovativo Laboratorio di Alta Formazione del teatro, della canzone e del multimediale, culla di giovani artisti, “un luogo di appartenenza che – conclude – forse può salvare i ragazzi da tante trappole mediatiche. Sono nipote di contadini emigranti, per me la musica e il teatro sono come una terra dove mettere un seme. E aspettare il raccolto...”.

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