Discorsi e Interventi del Vescovo di Cefalù
S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante
Lettera di Pentecoste sul discernimento comunitario per una Chiesa in uscita
Palazzo Vescovile
Cefalù, 19 maggio 2018
Ai fratelli e sorelle della Chiesa che è in Cefalù
Carissimi, il Signore vi dia pace!
Una domanda mi sta accompagnando in questo primo tempo della mia presenza in Diocesi: come deve essere la nostra Chiesa per rimanere fedele alla volontà del suo Signore? Chiedo, pertanto, consiglio, collaborazione e preghiera. La grazia della Pasqua fa di noi pietre vive per l’unico edificio spirituale che è la Chiesa, e ci chiama tutti a contribuire, ciascuno per la sua parte, al discernimento da compiere perché la nostra Chiesa di Cefalù manifesti sempre meglio la sua identità di comunione e di missione.
Con questa Lettera di Pentecoste, desidero avviare quel discernimento comunitario, tanto caro a Papa Francesco, e che è un’esigenza prioritaria per il bene della Chiesa. Impararne il metodo e curarne le esigenze a livello diocesano, può essere la prima scuola per un analogo cammino in tutte le parrocchie e realtà ecclesiali. Ma il discernimento non è solo un atto istituzionale, anzi può essere compiuto soltanto grazie all’azione dello Spirito Santo, il grande motore della vita della Chiesa a tutte le latitudini. Ad essa, Egli assicura la fecondità dei suoi doni e la sua forte e sicura compagnia.
Il mio nome, Giuseppe, lo sapete benissimo, ve l’ho già detto, è legato a dei grandi sognatori e anch’io ho un sogno: il sogno di una Chiesa sinodale; una Chiesa in cammino, capace di vivacità e di disponibilità missionaria. Desidererei che il "metodo sinodale" fosse uno stile abituale per ogni momento nella nostra Chiesa, sfidando la tendenza all’inerzia, l’inclinazione allo scetticismo, la comoda scelta della passività, la tentazione dell’autoritarismo. Dobbiamo annunciare il Vangelo; dobbiamo metterci a servizio dell’edificazione della Comunità. Siamo "sinodia", Popolo in cammino, attento ai fratelli che camminano con noi e allo Spirito che fa risuonare in noi la chiamata alla conversione, a un nuovo umanesimo.
A conclusione del Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze si è parlato di stile sinodale: "È l’amore misericordioso che genera la Chiesa e che ci porta a camminare insieme. L’assunzione di uno stile sinodale - perché giunga ad avviare processi - richiede precisi atteggiamenti, che dicono anzitutto il nostro modo di porci di fronte al volto dell’altro, e indicano nella prospettiva della relazione e dell’incontro la strada di una continua umanizzazione. Ancora: uno stile sinodale esige anche un metodo, all’insegna della concretezza, del confrontarsi insieme sulle questioni che animano le nostre comunità. Vive di cura per l’ascolto, di pazienza per l’attesa, di apertura per l’accoglienza di posizioni diverse, di disponibilità a lavorare insieme. Infine, per dare concretezza al discernimento, uno stile si- nodale deve sapersi dare obiettivi verso i quali tendere: di qui l’importanza di riprendere in mano l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium" (Card. Angelo Bagnasco).
Stile sinodale come relazioni personali di qualità, come metodo di lavoro, come insieme di obiettivi comuni concreti. Sinodalità è, allora, un camminare insieme, lavorare insieme, sentire insieme, esprimersi insieme, cercare insieme ed evangelizzare insieme.Tutti coinvolti, nessuno escluso! In tutti i battezzati, infatti, opera la forza santificante dello Spirito Santo che spinge ad evangelizzare. L’evangelizzazione non è la professione di alcuni.
Carissimi compagni di viaggio, solidali e sinodali, con molta semplicità, per dare inizio al discernimento pastorale comunitario, vi consegno tre domande, alle quali potete rispondere per iscritto, servendovi della mail segreteriavescovile@diocesicefalu.it, oppure, venendomi a trovare:
1. Di che cosa ha bisogno la nostra Diocesi?
2. Quali sono le urgenze da affrontare?
3. Su quali punti, si dovrebbe insistere?
Intraprendiamo questo cammino con la persuasione che tutto quello che facciamo, tutto quello che siamo, deve condurci sempre più ad una Chiesa missionaria, in continuo atteggiamento di "uscita". Il lavoro non sarà facile. Sono certo, però, che se ci proponiamo, innanzitutto, di pregare e, poi, pensare, parlare con franchezza, decidere, scrivere, sperare, la potenza dello Spirito si rivelerà presenza amica.
Nel benedirVi, Vi abbraccio.