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Omelie del Vescovo (18.06.2022)

18/06/2018 14:15:00

Segreteria Vescovile

#Omelie del Vescovo,

Omelie del Vescovo (18.06.2022)

Primo incontro con la Comunità di Petralia Sottana nella festa di San Calogero

Omelia del Vescovo di Cefalù

S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante

 

Primo incontro con  la Comunità di Petralia Sottana nella festa di San Calogero 

 

Parrocchia Maria Santissima Assunta

Petralia Sottana, 18 giugno 2018

 

 

Cari fratelli e sorelle, 

è per me una grande gioia essere qui con voi nel giorno della festa di San Calogero.

Papa Francesco invita a fare omelie brevi dove basta esprimere un pensiero, un’immagine, un’azione. Nelle mie prime visite ai Comuni Madoniti ricorre spesso la stessa triste litania: i giovani vanno via, stiamo diventando tutti vecchi. Il paese muore.

Devo confessarvi che questa è anche la mia preoccupazione. Dobbiamo invertire questo processo di spopolamento, prima che sia troppo tardi. Mi chiedo: cosa rimarrà di Petralia Sottana? Si verrà qui solo per visitare i monumenti, le pietre, i cimiteri? È necessario non fermarsi a coltivare, come si usa dire, il proprio orticello, ma cercare il bene comune.

Ho intenzione, non appena mi sarà possibile, d’incontrare tutti i Sindaci per fronteggiare uniti il futuro dei Comuni delle Madonie. Anche il Parco delle Madonie deve aiutarci in tal senso.

La festa di San Calogero, uomo di miracoli, ci aiuti a trovare questa coesione. San Calogero venne in Sicilia per annunciare la Buona Notizia del Vangelo, attraverso una evangelizzazione per attrazione, conducendo una vita esemplare. La tradizione lo descrive come l’uomo dell’essenziale: si nutriva dell’erba dei campi e, quando anch’essa iniziò a scarseggiare, una cerva lo nutriva con il suo latte.

Il Vangelo di oggi ci ha parlato dei segni che accompagnano i predicatori del Vangelo: «E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16, 15-18). 

A questi segni bisogna dare un nome per collocarli nel nostro tempo. Si possono individuare i demoni e i veleni che ci affliggono: la droga o gli allucinogeni per i nostri giovani, i quali si rifugiano in paradisi artificiali per superare la noia e lo scoraggiamento per mancanza di prospettive di vita. Il gioco d’azzardo per gli adulti e i vecchi che, col miraggio di facili vincite, con segnano al gratta e vinci e alle slot-machine i propri risparmi se non addirittura l’intera pensione. 

 

Prendere in mano i serpenti per noi significa dare un nome ai mali che affliggono e degradano oggi la persona umana. Ci aiuti San Calogero, con la sua intercessione, a vincere questi demoni.

É bello conoscere la vita dei Santi, perché la santità ha tante sfaccettature. Egli ha avuto anche un ruolo sociale fondamentale. Ancora la tradizione, ricorda che, ovunque andasse, il Santo eremita insegnava l’uso delle piante officinali e delle cure termali.  

A tal riguardo volgo il mio pensiero ed esprimo la mia preoccupazione per le sorti dell’ospedale "Madonna dell’Alto" di Petralia Sottana che ho avuto la gioia di visitare all’inizio del mio ministero pastorale a Cefalù.

Faccio un appello alle autorità competenti perché venga conservato e potenziato il presidio ospedaliero.

Noi sappiamo che quando si vuol far morire una realtà, gli si tolgono a poco a poco gli alimenti: nel nostro caso si priva l’ospedale del personale necessario, e si invocano le leggi economiche finanziarie. Credo che prima del denaro vengono le persone. 

Porto solo qualche esempio: se, malauguratamente, un abitante delle Alte Madonie è colpito da un infarto, non fa ad arrivare in tempo in altro ospedale non solo per la distanza, ma anche per il cattivo stato delle vie di comunicazione, specialmente nel periodo invernale.

Una donna che deve partorire rischia di far nascere la creatura che porta in grembo in autoambulanza senza l’assistenza necessaria al parto, e se il bambino nasce in situazione di pericolo, sicuramente rischia di non nascere vivo.

E allora, cari fratelli, invochiamo con fiducia la protezione si San Calogero, il "Bel vecchio", perché continui ad intercedere per noi e continui a darci i segni della sua protezione.

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