Discorsi e Interventi del Vescovo di Cefalù
S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante
Lettera ai giovani della Diocesi di Cefalù
Palazzo Vescovile
Cefalù, 16 dicembre 2018
Carissimo,
nella mia lettera di saluto alla Chiesa di Cefalù del febbraio scorso ho scritto a tutti i giovani: «Vorrei incoraggiarvi e invitarvi a vivere da protagonisti nella Chiesa. Fatene la vostra casa! Il Vescovo è un cittadino che partecipa come tutti alla vita comune. È un seguace di Cristo che "lavora" per la costruzione armonica della città degli uomini».
Ti scrivo ora alle porte del Natale: come Papa Francesco, desidero una Chiesa in uscita. Vorrei raggiungere con te, mio compagno di viaggio, non solo le periferie geografiche del nostro territorio, ma anche le periferie delle nostre anime per dare un significato autentico alla vita, al presente. C’è una regola d’oro che sta al centro del mio servizio pastorale: ascoltare e condividere. Stare nella storia dei miei fratelli. E, per dirla con un antico detto del mondo classico "nulla mi è estraneo di ciò che è umano". Voglio vivere tra la vita e la storia dei miei giovani, rispettandone le idee e qualsiasi condizione. Sento infatti forte il desiderio di vederti, di ascoltarti.
Ti rivelo un sogno: vorrei essere costruttore di libertà e dignità. A tal proposito, ricordiamolo con forza e vicendevolmente: chi è senza lavoro non ha dignità e libertà. Leggevo che in Italia ci sono all’incirca tre milioni di persone senza lavoro.
Ho bisogno dei tuoi occhi per leggere insieme la storia che viviamo, le ferite del nostro territorio, per far camminare le nostre coscienze sulla via della responsabilità personale e collettiva attraversando e contemplando dal ponte "incrollabile" del bene comune la bellezza del nostro territorio. Ho bisogno dei tuoi sogni, li voglio conoscere, custodire e, se possibile, realizzarli insieme a te.
Non dobbiamo avere paura del nuovo, altrimenti ci sarà impossibile anche sognare: dobbiamo osare senza mai rassegnarci! Sono certo che nei nostri paesi, tra i tuoi coetanei, ci siano grandi intelligenze, miniere forse nascoste di grandi talenti. Ho una fiducia illimitata in te e nella nostra gente.
Costringere i giovani con la potente arma della sfiducia a lasciare le nostre terre, ad andare oltre per sognare, significa ipotecare il futuro; significa trasformare i nostri paesi in cimiteri. Vorrei dunque condividere con te un progetto, un sogno: il "Laboratorio della Speranza", dove tu e gli altri giovani mettiate insieme le vostre idee e i vostri progetti.
Un laboratorio che, valorizzando il nostro ambiente naturale, artistico e culturale e mettendo a disposizione i beni della Diocesi, possa aprire le porte della speranza ai nostri comuni.
Ho bisogno delle vostre intelligenze e della vostra volontà. Del tuo e dei vostri cuori che sperano e sognano. Del "Laboratorio della Speranza" e di altri sogni che possiamo realizzare insieme vorrei che ne parlassimo incontrandoci.
Ti invito allora a partecipare a un incontro aperto a tutti i giovani della nostra Diocesi il prossimo sabato 22 dicembre a Cefalù alle ore 20 presso la Chiesa di San Domenico, a due passi dalla Cattedrale.
Ti aspetto!