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Omelie del Vescovo (18.04.2019)

18/04/2019 21:01:00

Segreteria Vescovile

Omelie del Vescovo,

Omelie del Vescovo (18.04.2019)

Messa in Coena Domini

Omelia del Vescovo di Cefalù

S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante

 

Messa in Coena Domini

 

Basilica Cattedrale

Cefalù, 18 aprile 2019

 

 

Carissimi fratelli e sorelle, 

inizia con questa celebrazione il sacro Triduo pasquale. 

Riviviamo ora le parole e i gesti di Gesù nell’ultima cena accogliendoli e meditandoli nel cuore. Tutti veniamo a bere alla fonte del mistero pasquale che si celebra nella santa liturgia.

Nei gesti e nelle parole di questa ultima Pasqua, Gesù ha voluto riassumere il senso di tutta la sua vita terrena. Ha inizio da stasera il Vangelo dedicato all’ora, la sua ora.   


1. Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.   


E si dice che li amò fino a compimento. La parola greca telos vuol dire punto estremo, il punto più lontano da Dio, dalla vita, e cioè la morte. Li amò all’estremo significa fino a dare la vita. Quindi l’ora di Gesù è l’ora nella quale Lui porta a compimento tutto il cammino della sua vita che è stato amore, servizio dei fratelli, e lì diventa estremo: più di così non c’è. Quindi viene ad essere la rivelazione totale del Dio amore e quindi la rivelazione della sua Gloria.

E questa parola "compimento" richiama anche il compimento delle Scritture. Tutte le Scritture raccontano l’amore di Dio per l’uomo, di Dio che va in cerca dell’uomo.

Finalmente, il cammino di Dio giunge a compimento, finisce il suo cammino. Più oltre non va perché raggiunge l’umanità nel punto più lontano da Dio. 

 

2. Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani. 

 

Gesù, ha la piena coscienza, di avere il potere supremo di Dio, tutto nelle mani, è il Pantocratore. Nella coscienza della sua onnipotenza, di aver tutto nelle mani, prende nelle mani i piedi dei discepoli. Questa è la sua onnipotenza: amare fino all’estremo. Cioè il potere di Dio che è Amore è riuscire ad amare in questo modo. Il potere di Dio è assoluto, perché ama tutti e ciascuno.          

È il potere che arriva a lavare i piedi di chi tradisce e di chi rinnega, cioè di tutti. Così Dio si rivela, come Dio, nel suo potere supremo, di un amore incondizionato. E proprio così noi abbiamo conosciuto Dio; e proprio così è stato sconfitto il principe di questo mondo: l’ingannatore, il padre della menzogna su Dio. E poi continua ancora e sapendo che era venuto da Dio e a Dio ritornava.  

In questa espressione è riassunta la sua origine e il suo compimento. Tutta la sua missione. Alla luce di questo sono ora comprensibili i gesti di Gesù specialmente se letti in parallelo con Fil 2,6-11.   


3. Depose le vesti. Non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso.   


Depone le vesti. Non dice la veste, la veste sarebbe il mantello, le vesti vuol dire tutte le vesti, si spoglia. E resta nella nudità dell’amore, nella nudità del servo che rivela Dio. Ed è importante questo "deporre le vesti": è la stessa parola per descrivere il "pastore bello che depone la sua vita a favore delle pecore" che ha il potere di deporla e di riprenderla di nuovo (Cfr. Gv 10,11-18). Ed è proprio in questa nudità dell’amore che si rivela l’essenza di Dio: Dio è questo amore.  

 Prese un asciugatoio e se lo cinse attorno alla vita. 

Assumendo la condizione di servo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.   
Come Adamo, il cui vestito è la gloria di Dio, ora Gesù si veste di un telo, del grembiule del servo, perché la gloria di Dio è essere servo.  L’abito del servo è il vestito più intimo di Dio è e resta sempre la veste del servo per amore. Che durerà in eterno, perché Dio è dall’eterno amore e servizio. 

E la sua veste - la veste è la Gloria - di cui Dio si riveste è quella del servizio.
Versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.  
La Pasqua era il passaggio del Mar Rosso. Nel Mar Rosso Dio annegò tutti i nemici e salvò il suo popolo facendolo passare sull’asciutto; Ecco ora la nuova Pasqua. La Pasqua che ci libera dal nemico ultimo, il peccato e la morte. È l’acqua battesimale che ci immerge nella pasqua di Cristo e ci purifica da tutti i peccati. Se Pietro e gli altri non si lasceranno lavare non avranno parte con Lui.   
Riprese le vesti. Per questo Dio l’ha esaltato risuscitandolo da morte.   


4. Sedette di nuovo. 

 

Sedette alla destra del Padre che gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. Amen.   

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