Discorsi e Interventi del Vescovo di Cefalù
S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante
Messaggio del Vescovo nella XIV Giornata Nazionale per la Custodia del Creato
Palazzo Vescovile
Cefalù, 28 agosto 2019
"Quante sono le tue opere, Signore" (Sal 104, 24)
Carissimi, siamo giunti alla celebrazione della XIV Giornata Nazionale per la Custodia del Creato che ogni anno vede una diocesi ospitante, in comunione con tutte le altre Chiese d’Italia, riflettere sul rapporto tra l’uomo e la creazione e, in particolare, da quasi un quinquennio, sui temi della Laudato si'.
Inoltre quest’anno ricorre la felice coincidenza con l’inizio di un Sinodo che il Santo Padre ha voluto dedicare esclusivamente all’Amazzonia, facendo del grido di quella terra che si batte contro lo sfruttamento delle risorse naturali, una prospettiva per tutta l’Umanità, proprio come si legge nel documento preparatorio:
Nella foresta amazzonica, di vitale importanza per il pianeta, si è scatenata una profonda crisi causata da una prolungata ingerenza umana, in cui predomina una "cultura dello scarto" (Francesco, Laudato si', 16) e una mentalità estrattivista. L’Amazzonia è una regione con una ricca biodiversità; è multi-etnica, pluri-culturale e pluri-religiosa, uno specchio di tutta l’umanità che, a difesa della vita, esige cambiamenti strutturali e personali di tutti gli esseri umani, degli Stati e della Chiesa.
I Vescovi italiani hanno scelto di concentrare la riflessione di quest’anno sul tema della biodiversità, motivo per cui ho chiesto, nella fase preparatoria della Giornata, che esso fosse arricchito da un ulteriore approfondimento sugli aspetti che lo legano alle prospettive lavorative, soprattutto per i nostri giovani.
Credo che la nostra Diocesi si presti pienamente quale luogo adatto a riflettere sui temi proposti, data la ricchezza di biodiversità del territorio che si estende dal mare alle vette più alte della catena montuosa delle Madonie, e la Fondazione "Laboratorio della Speranza"; un cammino intrapreso per offrire piccoli segni di speranza ai giovani.
Natura, cultura e innovazione tecnologica devono oggi costituire un volano di crescita per i nostri territori, in modo particolare per quelle aree interne colpite dallo spopolamento.
A tal proposito non posso che apprezzare gli sforzi che gli amministratori locali, i privati e le cooperative stanno facendo per offrire alla nostra gente prodotti di qualità, grazie anche alla ripresa delle antiche colture, dei viticoli autoctoni, dei grani antichi e di tutti quei prodotti che hanno fatto la storia di questa terra come la manna (prodotto che deriva dell’incisione del frassino), ma anche il frutto della fantasia dell’imprenditorialità giovanile come l’allevamento della lumaca madonita.
Quello della nostra Diocesi è quindi un ricco patrimonio che va custodito: per questo rivolgo un appello alla politica, affinché metta in campo ogni azione preventiva superando tutti gli ostacoli che si possono presentare.
Nella Laudato sì, Papa Francesco ci ricorda che:
Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra. Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora" (Francesco, Laudato si', 2).
Ritengo dunque che nella nostra diocesi siano due le emergenze da fronteggiare: prevenire gli incendi boschivi che hanno anche un’inevitabile ripercussione sui pascoli bradi degli allevamenti, e custodire le specie a rischio, in modo particolare l’abies nebrodensis, conifera endemica della Sicilia da circa 9.000 anni, del quale restano appena una trentina di esemplari.
Non posso infine che rivolgere il mio grazie a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che ogni giorno si adoperano per educare i giovani e i ragazzi al rispetto dell’ambiente, ad uno stile di vita che tragga sostegno dalla terra e dalla sua produttività; grazie a tutti coloro che con il loro servizio mantengono pulito il nostro territorio, dal mare alla montagna, e a coloro che hanno a cuore tutte le problematiche riguardanti i cambiamenti climatici.
A tutti auguro di contemplare la creazione quale riflesso della bellezza di Dio e in esso incontrare il suo paterno sguardo.
[qui il link del sito ufficiale della Cei]