La tradizione popolare cristiana delle “tavolate di san Giuseppe” o “Virginieddi” come pure la benedizione del “pane di san Giuseppe” caratterizzano il giorno della festa di san Giuseppe. Tra i loro diversi significati, questi pranzi festivi o le benedizioni e le distribuzioni del pane esprimono anche la dimensione comunitaria della condivisione della tavola e della carità nel giorno di festa di san Giuseppe, padre della Provvidenza. Esse costituiscono il segno concreto del pasto festivo condiviso nel giorno proprio del santo. Sganciare queste tradizioni dal giorno liturgico della festa e ridurle solo a folklore significherebbe snaturare la tradizione cristiana.
Pertanto, laddove sono presenti queste lodevoli consuetudini popolari delle “tavolate di san Giuseppe” o “Virgineddi” e la benedizione del pane si mantenga la reale connessione con il giorno della festa di san Giuseppe, che quest’anno, come è a tutti noto, secondo le norme liturgiche universali sarà celebrato lunedì 20 marzo e non domenica 19 marzo, IV domenica di Quaresima (cf. Calendario liturgico regionale 2022-2023, p. 160; Comunicazione della Cancelleria vescovile del 18 gennaio 2023, prot. n. 33/2023)
Questo permette di armonizzare la vita liturgica della Chiesa con le forme che la fede popolare ha generato lungo i secoli nella devozione a san Giuseppe. Il Direttorio su pietà popolare e liturgia 223 orienta in questa propsettiva:
Il fatto che la solennità di san Giuseppe (19 marzo) cada in Quaresima, in cui la Chiesa è tutta intesa alla preparazione battesimale e alla memoria della Passione del Signore, determina qualche difficoltà di armonizzazionetra Liturgia e pietà popolare. Pertanto, le tradizionali pratiche del “mese di san Giuseppe” saranno sintonizzate con il tempo liturgico dell’Anno. Il rinnovamento liturgico, infatti, ha approfondito nei fedeli la coscienza del significato del periodo quaresimale. Operati i dovuti accomodamenti nelle espressioni della pietà popolare, è peraltro da favorire e diffondere la devozione a san Giuseppe, avendone costantemente presente l’«insigne esempio [...], che supera i singoli stati di vita e si propone all’intera comunità cristiana, quali che siano in essa la condizione e i compiti di ciascun fedele» (Giovanni paolo II, Redemptoris custos, 1)
Nelle comunità parrocchiali dove sono presenti queste tradizioni di san Giuseppe si faccia in modo di tramandarle con il loro genuino spirito cristiano caritativo e si ravvivino con la preghiera al Custode del Redentore ma anche ricordandosi di quanti vivono nel bisogno o nella solitudine, perché anche la festa di san Giuseppe nel cuore della Quaresima sia esperienza carità e di festa condivisa con tutti e da tutti.
Cefalù, 28 febbraio 2023