Cari amici,
è con piacere che vi presentiamo “Giù la maschera!”, il sussidio per il carnevale e la Quaresima indirizzato a tutte le Parrocchie e gli Oratori della nostra Diocesi.
Nella nostra programmazione annua, avevamo previsto un momento di festa tutti insieme a Castellana: la situazione pandemica, però, non ci consente di far festa tutti insieme. Abbiamo pensato, così, ad una proposta da realizzare nelle nostre realtà.
Fa da sfondo al nostro sussidio la frase del Beato Carlo Acutis: “Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie”.
È la storia di Giuseppe La Toppa... anche lui per farsi accettare dai suoi paesani si era costruito una maschera... potremmo dire, una nuova identità. Beppe ci aiuta a capire che molto spesso la maschera può sembrare che ci aiuti, come un guscio protettivo che ci fa sentire sicuri. Ma non è così. La maschera non ci permette di essere noi stessi. Ci creiamo un personaggio che ci fa comodo, ma in realtà è un nasconderci dietro a una falsa identità.
Anche Papa Francesco ce lo ricorda:
E voi giovani, quali paure avete? Che cosa vi preoccupa più nel profondo? Una paura “di sottofondo” che esiste in molti di voi è quella di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete. Oggi, sono tanti i giovani che hanno la sensazione di dover essere diversi da ciò che sono in realtà, nel tentativo di adeguarsi a standard spesso artificiosi e irraggiungibili. Fanno continui “fotoritocchi” delle proprie immagini, nascondendosi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un “fake”. C’è in molti l’ossessione di ricevere il maggior numero possibile di “mi piace”. E da questo senso di inadeguatezza sorgono tante paure e incertezze. Altri temono di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli. In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione professionale, di non veder realizzati i propri sogni. Sono timori oggi molto presenti in molti giovani, sia credenti che non credenti. E anche coloro che hanno accolto il dono della fede e cercano con serietà la propria vocazione, non sono certo esenti da timori. Alcuni pensano: forse Dio mi chiede o mi chiederà troppo; forse, percorrendo la strada indicatami da Lui, non sarò veramente felice, o non sarò all’altezza di ciò che mi chiede. Altri si domandano: se seguo la via che Dio mi indica, chi mi garantisce che riuscirò a percorrerla fino in fondo? Mi scoraggerò? Perderò entusiasmo? Sarò capace di perseverare tutta la vita?
(Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù (Domenica delle Palme, 25 marzo 2018), 22.02.2018).
Il nostro sussidio è articolato in due sezioni. La prima sezione è per il periodo di carnevale. Essa racchiude la storia di Beppe Nappa, che fa da sfondo al sussidio: possiamo metterla in scena nei nostri oratori, realizzare un cartellone con la sua immagine, partire da essa per riflettere insieme: largo alla fantasia!
La storia si arricchisce di alcune proposte più ludico-ricreative, per organizzare momenti di festa in oratorio! Abbiamo un gioco per la festa di carnevale, a partire dal programma televisivo “Il cantante mascherato” e due attività: la prima, per i bambini 4-10 anni, è la “Maschera arcobaleno” e l’altra attività, per ragazzi, è “Caramelle di carnevale”.
Per concludere: dai nostri oratori... i dolci di Carnevale! Come ogni festa che si rispetti, anche se a distanza, vogliamo conoscere i dolci tipici di questo periodo presenti nelle nostre realtà!
Per il tempo di Quaresima, proponiamo due momenti di preghiera: il primo per bambini e ragazzi; il secondo per giovanissimi e giovani. È proprio questo il tempo per gettare la maschera, per riflettere sulla nostra vita, per “cambiare rotta”.
Ovviamente le nostre sono delle proposte... ogni oratorio può adeguarle alla propria realtà!
Aspettiamo tantissime foto dai nostri oratori e... fateci sapere com’è andata!
Per qualsiasi richiesta e per ogni confronto siamo disponibili! E ricordate... “Giù la maschera!”.
L’Equipe diocesana