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Discorsi e Interventi del Vescovo (02.04.2022)

06/04/2022 08:08:00

Segreteria Vescovile

#Discorsi e Interventi del Vescovo,

Discorsi e Interventi del Vescovo (02.04.2022)

Discorso per l'inaugurazione di Casa Effatà

Discorsi e Interventi del Vescovo di Cefalù

S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante

 

Discorso per l'inaugurazione di Casa Effatà

 

Casa Effatà

Cefalù, 02 aprile 2022

 

 

Rivolgo un saluto a tutti i presenti e alle Autorità civili e militari presenti.

Dopo la morte di S.E.R. Mons. Rosario Mazzola, Vescovo emerito di Cefalù, ospite per molti anni di questa struttura, bisognava decidere come utilizzare questo bene della  Diocesi secondo quella che ormai è diventata la filosofia e la prassi da me voluta nel gestire i beni ecclesiastici. Creare lavoro giovanile, svolgere attività sociale, valorizzare il patrimonio immobiliare diocesano.

Nell’azione pastorale della Chiesa l’evangelizzazione è accompagnata sempre dai segni della cura, della liberazione e della carità:

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano (Mc 16, 15-20).

Da qui è nata l’idea di una casa per disabili: attraverso un'indagine conoscitiva del territorio provinciale ci siamo accorti che esistevano diverse associazioni di solidarietà e di animazione verso  le persone affette da autismo, ma mancava presidio di primo livello.

La struttura, che prenderà il nome di Casa Effatà, è stata ristrutturata grazie ai fondi dell’8xmille e all’importante contributo della FAAC, azienda leader nel settore di automazioni per cancelli e barriere. L’intervento dell’azienda, che fa capo all’Arcidiocesi di Bologna, è stato promosso dal suo pastore, il Cardinale Matteo Maria Zuppi in risposta all’appello che personalmente gli ho rivolto.

“Effatà, cioè Apriti, è una parola aramaica pronunciata da Gesù per aprire i “canali di comunicazione” di un sordomuto (Mc 7,31-37). Ho scelto questo nome perché si possa realizzare il desiderio di abbattere tutte quelle barriere che ostacolano i nostri fratelli e sorelle affetti da autismo. Un modo per incrementare la loro qualità della vita e inserirli a pieno diritto nella società”.

Ho scelto il giorno del 02 aprile perché oggi si celebra la Giornata Mondiale della consapevolezza dell’Autismo.

Papa Francesco nel discorso di ieri, rivolto alla Fondazione Italiana Autismo, ha sottolineato tre aspetti:

1) Cultura dell’inclusione: «è necessario continuare a sensibilizzare sui vari aspetti della disabilità, abbattendo i pregiudizi e promovendo la cultura dell’inclusione e dell’appartenenza, fondata sulla dignità della persona».

2) La partecipazione: «Un aspetto essenziale della cultura dell’inclusione è la possibilità per le persone con disabilità di partecipare attivamente. Non chiuderle, no, partecipare. Metterle al centro vuol dire, oltre che abbattere le barriere fisiche, anche far sì che possano prendere parte alle iniziative della comunità civile ed ecclesiale dando il loro contributo».  

3) Fare rete: «Cari fratelli e sorelle, in questa situazione la nostra risposta dev’essere la solidarietà, il “fare rete”. Solidarietà nella preghiera e solidarietà nella carità che si fa condivisione concreta. Di fronte a tante ferite, soprattutto dei più vulnerabili, non sprechiamo l’opportunità di sostenerci a vicenda (cfr Esort. Ap. Evangelii Gaudium). Facciamoci carico della sofferenza umana con progetti e proposte che mettano al centro i più piccoli (cfr Mt 25,40). Anche nell’ambito della disabilità, la comunità ecclesiale e quella civile sono chiamate a lavorare in rete, a collaborare armonicamente per aiutare i più deboli, i più svantaggiati a far sentire la loro voce. Così si attua la sussidiarietà e si valorizza il contributo di tutti coloro che da tempo lavorano per le persone con disabilità, realizzando una gamma di sostegni ampia e diversificata. Accantonando gli atteggiamenti competitivi si può dare vita a un’efficace sinergia, capace di incidere a fondo sulla società».

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