Discorsi e Interventi del Vescovo di Cefalù
S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante
Messaggio del Vescovo per la Giornata del Seminario
Palazzo Vescovile
Cefalù, 24 aprile 2022
Carissimi fratelli e sorelle,
oggi celebriamo la Giornata per il Seminario.
Constatiamo come le nostre chiese stanno vivendo un tempo di sterilità e di invecchiamento.
Anche la nostra Chiesa di Cefalù, pur essendo una Comunità viva e in fermento, avverte la vergogna e l’umiliazione per la carenza di vocazioni al sacerdozio ministeriale.
Dopo l’ultimo ordinato, Don Luigi Volante, il nostro Seminario rischiava la chiusura, ma l’apertura alla missione ha rimesso entusiasmo tra le mura dell’antico Seminario che aprì le sue porte nel 1590 grazie al Vescovo Francesco Gonzaga.
Vorrei che il desiderio di vocazioni al sacerdozio abbia la stessa intensità del desiderio di maternità di Anna, moglie di Elkanà.
Vi invito a leggere con attenzione il Primo libro di Samuele (1Sam 1-20).
Di Anna, l’autore dice, per ben due volte, che: «non aveva figli, perché il Signore aveva chiuso il suo grembo» (1Sam 1, 2.5).
C’è da chiedersi perché il Signore mette alla prova la sua Chiesa?
Perchè le nuove generazioni, anche tra i più vicini e più assidui non sentono la chiamata oppure non rispondono?
È Dio che non chiama o non c’è attorno ai nostri giovani una comunità in ascolto? Noi pastori siamo testimoni gioiosi della sequela; proponiamo ai giovani la bellezza della vita sacerdotale?
Le nostre comunità invocano nella preghiera intensa il dono delle vocazioni?
Ponendosi alla presenza di Dio, Anna va al cuore della sua povertà, la accoglie senza subirla, senza attribuire ad altri la responsabilità della sua situazione, e osa nutrire sogni, speranze e desideri che, essendo umanamente impossibili, domandano l’intervento del Signore. Apre il suo sguardo e il suo cuore a Dio, lasciando che sia Lui a saziare il suo desiderio di fecondità, di futuro, di senso e lo realizzi al di là di ogni umana attesa.
La preghiera di Anna non si limita a chiedere un figlio, ma va’ oltre: si impegna con giuramento di ridonare al Signore il figlio che sta chiedendo in dono: «Se vorrai […] ricordarti di me […] e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita» (1Sam. 1, 11).
Anna non chiede il figlio solo per soddisfare il suo desiderio di maternità, ma lo chiede per ri-donarlo al Signore perché faccia di lui quel che vuole, perché questo figlio possa essere dono per tutto il popolo, strumento docile nelle mani di Dio per la salvezza di tutti. Infatti l’autore sacro dice che: «la Parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti» (1Sam 3,1); questo perché la sterilità non è solo in Anna, ma in tutto Israele. Dio non può parlare al suo popolo perché nessuno, nel popolo, è in ascolto di Lui. Sarà proprio il figlio di Anna l’uomo dell’ascolto, colui che non lascerà andare a vuoto una sola parola del Signore (cf. 1Sam 3,19).
Carissimi fratelli e sorelle,
forse non siamo ancora arrivati a vivere il dolore per la nostra sterilità; non ci siamo effusi in lacrime come Anna.
La preoccupazione diffusa per un futuro senza pastori nella nostre chiese non ha ancora toccato e condiviso questa esperienza di dolore profondo che diventa un grido accorato rivolto verso Dio.
Non avvertiamo ancora come decisiva questa questione o la releghiamo a questioni di ordine organizzativo-gestionali.
Infine un appello ai genitori: lo diciamo sempre che i figli non sono nostri e non sono per noi, ma questa sottile tentazione sempre ci seduce.
Non ponete ostacoli ad una eventuale chiamata alla vita consacrata dei vostri figli. Siate generosi col Signore! Dio vi ricolma col dono dei figli perché possano diventare dono agli altri.
L’animazione vocazionale è un impegno consegnato a tutte le comunità, ad ogni presbitero, ad ogni credente.
Il Signore benedica la nostra Chiesa diocesana col dono di buone e sante vocazioni.