Un progetto arduo, considerato il momento storico, sogno e segno profetico e coraggioso di una Chiesa che vuole ascoltare e ascoltarsi, interrogare e interrogarsi per meglio comprendere il proprio presente e progettare il proprio futuro, consapevole del proprio passato e fiduciosa nell’azione vivificante dello Spirito.
“Il Sinodo diocesano” scrive mons. Marciante, “è senza dubbio un tempo di grazia, che mira a coinvolgere tutto il Popolo di Dio per operare un discernimento in vista di scelte pastorali significative e normative per la nostra Chiesa diocesana. In particolare, la scelta delle Unità di Pastorale Sinodale e delle Zone pastorali, la scelta di un nuovo itinerario per i sacramenti dell’iniziazione cristiana e la definizione di un nuovo percorso di evangelizzazione della pietà popolare.”
Sotto l’ardente invocazione dello Spirito, costantemente accompagnato dalla preghiera di tutta la Comunità diocesana, nutrito dell’assiduo e fedele ascolto della Parola di Dio, celebrato nell’unica professione di fede della Chiesa e nella comunione con la Tradizione e il Magistero vivo della Chiesa Cattolica, il XII Sinodo della Chiesa di Cefalù prevede tre fasi.
La prima preparatoria-formativa (2020-2021), «Si avvicinò e camminava con loro» (Lc 24, 15b), è stata caratterizzata dalla costituzione della commissione e della segreteria sinodale che ha curato la pubblicazione del Regolamento del Sinodo e animato un percorso formativo-spirituale del Popolo di Dio.
La seconda consultiva-elettiva (2021-2022), «Arde il nostro cuore mentre ci parli» (cf. Lc 24, 32b), è caratterizzata dalla consultazione di tutto il Popolo di Dio, l’elezione dei sinodali e l’elaborazione di una relazione sintetica per la stesura dell’Instrumentum laboris. Nel Sinodo, mediante la lettura e l’interpretazione dei “segni dei tempi” fatta alla luce del Vangelo, tutti i sinodali esercitano il munus profetico ricevuto col sacramento del Battesimo.
La terza celebrativa-attuativa (2022-2023), «Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero» (Lc 24, 31a), prevede un’azione consultiva assembleare che si concluderà nel 2023 con l’Assemblea Sinodale che voterà il documento finale.
Le tre tappe sono accomunate dalla costante riflessione sul tema della Sinodalità, nella certezza che essa trova la massima espressione nella modalità del Sinodo, anche se non si esaurisce nella sua celebrazione perché significherebbe circoscriverne l’impegno ad un evento. “Synodos e méthodos” scrive il nostro pastore, “sono due parole molto vicine: synodos vuol dire cammino comune e méthodos cammino per raggiungere una mèta”. “La Sinodalità”, prosegue mons. Marciante, “libera risorse latenti seminate con abbondanza dallo Spirito, non tollera ritardi che frenano i passi della fantasia di Dio che sempre ci precede per rinnovare e riformare il modo di vivere delle nostre comunità…”.
Don Paolo Asolan, Preside del Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis, così ha definito la Sinodalità: “È il progetto adeguato per dare forma e corso alla communio che lo Spirito Santo ci dona e crea in noi. Tale progetto ha da farsi carico di un effettivo impegno riguardo la cura delle relazioni di cui la communio vive, nonché della guida del pastore che presiede a quella medesima communio […]. La sinodalità è l’aspetto visibile della comunione, che non è un vago affetto, né la semplice reciprocità delle coscienze, ma una realtà ontologica (la comunione trinitaria a cui noi partecipiamo) chiamata ad esprimersi in modo coerente nella vita ecclesiale e nelle relazioni di coloro che compongono la Chiesa. È come un compimento della comunione ed è realmente la forma di governo o di guida pastorale che più può corrispondere alle indicazioni del concilio e ai segni dei tempi”.
Con queste premesse ci siamo i messi e siamo in cammino, da compagni di viaggio, con Cristo, il Synodos per eccellenza: “Credi in Cristo Gesù […] Egli ti sarà compagno (synodos) lungo il sentiero pericoloso, ti sarà guida verso il regno suo e di suo Padre, ti condurrà alla vita perpetua e ti darà quella sovranità che non passerà e non cambierà mai" (Atti apocrifi di Tommaso).