Discorsi e Interventi del Vescovo di Cefalù
S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante
Discorso per l'apertura al pubblico delle Torri della Basilica Cattedrale
Sagrato della Basilica Cattedrale
Cefalù, 24 aprile 2019
L’apertura delle torri della Basilica Cattedrale di Cefalù è il primo tassello di un progetto ampio per valorizzare, riqualificare e rilanciare il territorio diocesano che comprende i paesi della costa Tirrenica, le Madonie, e la Valle del Torto. Il progetto ampio prende il nome di "Laboratorio della Speranza".
1. L’idea di creare il "Laboratorio della Speranza" nasce dalla constatazione dello spopolamento delle aree interne della Sicilia dovuto all’emigrazione dei giovani a causa della mancanza di lavoro e quindi di prospettive di futuro e di speranza.
Il Sinodo sui Giovanni, tenutosi nel 2018, ha chiesto a tutta la Chiesa di accompagnare i giovani nelle scelte di vita.
Nel documento finale afferma:
Il mondo del lavoro resta un ambito in cui i giovani esprimono la loro creatività e la capacità di innovare. Al tempo stesso sperimentano forme di esclusione ed emarginazione. La prima e più grave è la disoccupazione giovanile, che in alcuni paesi raggiunge livelli esorbitanti. Oltre a renderli poveri, la mancanza di lavoro recide nei giovani la capacità di sognare e di sperare e li priva della possibilità di dare un contributo allo sviluppo della società [1].
Il "Laboratorio della Speranza" è un ambiente comunitario costituito da esperti e giovani che vogliono mettere insieme sogni, idee, competenze e progetti per creare opportunità di lavoro nel mondo giovanile.
Il "Laboratorio della Speranza" vuole dare vita, tra l’altro, all’affidamento di servizi a cooperative o a imprese sociali costituite da giovani per la valorizzazione degli immobili della Diocesi e in particolare a quelli aventi valore culturale.
2. Con l’apertura ai visitatori delle torri della Cattedrale inauguriamo il Parco Ecclesiale diocesano "Itinerarium Pulchritudinis delle Terre Madonite e della Valle del Torto", un viaggio nella bellezza che dalla costa tirrenica si sposta nei paesi delle aree interne del territorio diocesano, per visitare non solo monumenti, ma per incontrare delle comunità vive capaci di raccontare una storia millenaria, offrire spazi ricchi di significato umano e spirituale, e opportunità di scambio di valori culturali.
Un gruppo di giovani tirocinanti gestiranno questo primo servizio che comprende l’accoglienza e l’accompagnamento di visitatori attraverso un primo tratto dell’itinerario storico-culturale e spirituale che comprende le torri della Basilica Cattedrale, la sacrestia, la prima sezione del tesoro, e la visita ad alcuni ambienti del Palazzo vescovile e al chiostro canonicale. I giovani tirocinanti verranno accompagnati dal progetto Policoro e dal "Laboratorio della Speranza" verso la costituzione di una cooperativa.
3. Le torri della nostra Basilica Cattedrale, così simili ad analoghe strutture arabe, ebbero innanzitutto una funzione strategica e difensiva come indicano le feritoie nei primi livelli. Dagli studi condotti sulle torri (cfr. Prof. Vladimir Zorić; Prof. Amedeo Tullio) sappiamo che la costruzione non dovette essere tanto facile: ne è prova il cambio di progetto avvenuto nella torre settentrionale che, proprio in corso d’opera, dovette cedere, forse a causa di un terremoto.
Ma, al di là dell’aspetto storico e architettonico di cui non ho competenza, mi piace dare una lettura simbolica. Partendo dalla funzione difensiva la Chiesa è chiamata a difendersi non dai nemici del corpo (coi tempi che corrono anche da quelli), ma soprattutto da coloro che minacciano la vita dell’anima dei credenti, da coloro che minano all’integrità del Vangelo di Gesù Cristo e minacciano di rubarle la fede. Simbolicamente per alcuni le due torri rappresentano l’Antico e il Nuovo Testamento, per altri Mosè ed Elia sul monte della Trasfigurazione. Esse segnalano anche a distanza la presenza di una Chiesa-Madre¸ indicano ai pellegrini il luogo dove possono contemplare il volto luminoso del Cristo Pantocratore.
Le torri accolgono le campane che accompagnano i giorni e le ore degli abitanti di Cefalù, indicano i giorni di festa e i momenti lieti e tristi della vita dei suoi abitanti. Il suono delle campane, chiamate Immacolata, Agata e Lucia, dall’alto delle torri ci invitano a radunarci in un solo corpo per invocare ad una sola voce il nome del Signore.
La Vergine Maria, cantata dalle Litanie Turris Eburnea e Turris Davidica ci sia di aiuto e di esempio perché la fede del nostro popolo rimanga sempre salda sino a quando vedremo tornare alla fine dei tempi il nostro Salvatore Gesù Cristo.
[1] Documento finale del Sinodo dei Vescovi sui Giovani, la Fede ed il Discernimento Vocazionale (27 ottobre 2018), 40.