Il 15 maggio 1994 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava, per la prima volta, la Giornata Internazionale della famiglia per sottolinearne la centralità sociale, politica ed economica.
In questo tempo di pandemia, al plauso per medici, infermieri e operatori sanitari, non poteva non aggiungersi quello per genitori e bambini, eroi di una perspicua ed encomiabile resilienza.
Più che il problema da risolvere, la famiglia si è rivelata, in questi giorni, la risorsa decisiva, il motore di spinta per ridisegnare il perimetro dell’umano (s)fregiato dall’incantamento narcisistico ed individualistico odierno.
Il lessico famigliare, ben altro che retorico, si fa volano di un paradigma alternativo: quello generativo.
La famiglia è un’officina comunionale in grado di (ri-)generare l’humus e l’ethos dei legami tra gli uomini, remedium alla de-socializzazione planetaria.
La Chiesa per questo crede e investe nella famiglia, se ne prende cura amorevolmente, accompagnando: «Con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito, ridondando fiducia e speranza, come la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si trovano in mezzo alla tempesta» (Francesco, Amoris Laetitia, 291).
Il Servizio Pastorale Famiglia, insieme al nostro Vescovo Giuseppe, vi invita a pregare durante questo giorno perché cresca nelle famiglie lo spirito dell’unità e dell’amore.