Discorsi e Interventi del Vescovo
S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante
Lettera agli anziani in tempo di pandemia
Palazzo Vescovile
Cefalù, 04 dicembre 2020
Carissimi Fratelli e Sorelle,
auguri di buon Natale! Vi porto il mio conforto e la mia preghiera perché possano accompagnarvi in questo travagliato periodo natalizio.
Un tempo solitamente caratterizzato dalla gioia cristiana per la nascita di Gesù, un tempo di felicità e di convivialità, da vivere circondati dall’amore e dal calore della propria famiglia. Purtroppo la pandemia che sta funestando il mondo non ci consentirà, per quest’anno, di festeggiare la ricorrenza del Santo Natale come al solito.
La Santa Messa della Notte di Natale sarà celebrata con le ormai abituali limitazioni, ma anche tutte le altre occasioni di riunione, quali pranzi e tombolate dovranno essere rinviate a tempi migliori.
Un Natale “in tono minore”, con poco spazio alle esteriorità, potrà tuttavia rappresentare l’occasione per una profonda riflessione.
Abbiamo vissuto, per esperienza diretta o indiretta, la malattia, toccato con mano la caducità della vita terrena, ma soprattutto sperimentato la paura in una nuova forma. Chi avrebbe mai pensato di poter temere una stretta di mano, un abbraccio, un bacio? Ci si presenta, giocoforza, la possibilità di comprendere a pieno l’importanza di questi gesti, la loro bellezza assoluta, largamente sottovalutata nella quotidianità. Che Vita può mai esserci senza l’amore e le sue manifestazioni? In questi tempi tragici, e ancor di più con l’approssimarsi della ricorrenza natalizia, il mio pensiero è andato soprattutto a Voi.
Le case di riposo e le RSA sono state tragicamente colpite da questo nemico invisibile. Gli anziani, inevitabilmente, hanno pagato il prezzo più alto e molti ci hanno lasciato privati del conforto degli affetti familiari. Una realtà crudele e, fino a poco tempo fa, inimmaginabile.
Ho rivolto a Voi le mie preghiere, perché le Vostre vite non sono asettici numeri di uno squallido bollettino quotidiano. Voi siete i padri, i nonni, gli zii, i fratelli, la nostra memoria, il nostro riferimento, la nostra speranza. Voi avete dato la vita e Voi stessi siete la vita.
E che cosa è il Natale, se non la festa della vita? Che la nascita di Nostro Signore possa essere l’inizio di una nuova fase, sperando che, al contempo, anche la scienza faccia rapidamente il suo dovere, regalando al mondo vaccini e cure che possano debellare definitivamente questo crudele morbo.
Spero che un dolce omaggio possa donarVi alcuni sorrisi e qualche momento di “normalità natalizia”.
Invocando su di Voi la benedizione del Signore e l’intercessione dei Santi Gioacchino e Anna, Vi abbraccio calorosamente.